Report di Sostenibilità dopo l’approvazione del Parlamento Europeo

13 novembre 2025, il Parlamento europeo ha approvato la propria posizione negoziale sul pacchetto “Omnibus I”: CSRD solo per imprese >1.750 dipendenti e >€450 mln di fatturato; CSDDD ristretta alle imprese >5.000 dipendenti e >€1,5 mld.

Via libera anche a una semplificazione profonda degli ESRS e alla non obbligatorietà dei piani di transizione climatica nella due diligence. Voti: 382 favorevoli, 249 contrari, 13 astenuti. Parlamento Europeo+1


Quello del 13 novembre è il mandato del Parlamento per i triloghi con il Consiglio e la Commissione. I negoziati iniziano il 18 novembre con l’obiettivo di chiudere entro il 2025. Fino ad allora, restano in vigore le regole attuali e i rinvii già adottati con lo “stop-the-clock”. Parlamento Europeo


Niente obbligo di CSRD per le PMI; i principi volontari (basati sulla raccomandazione 2025/4984) diventano il riferimento proporzionato e “pensare in piccolo” per chi vuole comunicare.

Gli ESRS settoriali non sarebbero più adottati come atti delegati obbligatori: al loro posto, linee guida settoriali volontarie per orientare materialità e rischi senza moltiplicare datapoint.


Il dovere di diligenza si applicherebbe solo a società con >5.000 dipendenti e >€1,5 mld di fatturato; approccio risk-based esplicito per priorità, gravità e probabilità degli impatti.

Stop alle richieste sistematiche di informazioni ai partner di dimensioni minori: prima si usano dati disponibili, si chiede miratamente e proporzionatamente solo come ultima risorsa.

Si propone un tetto massimo alle sanzioni amministrative fino al 5% del fatturato netto mondiale (o consolidato per i gruppi), con linee guida UE per l’armonizzazione.


I rinvii già approvati in primavera restano il riferimento fino al nuovo accordo finale:

  • Onda 1 (PIE >500 dip.): rendicontano nel 2025 su FY2024 (immutato).
  • Grandi non quotate: primo report gen 2028 su FY2027 (rinvio di 2 anni).

Se sei già in CSRD oggi (PIE >500 dip.)

Focalizzati su principi volontari proporzionati e dialogo clienti-fornitori mirato: meno richieste extra, più standardizzazione e banche/investitori come utenti dei dati “essenziali”.



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